Il blog è ancora, ad oggi, uno strumento valido per aumentare la visibilità di un sito web? Che la SEO e i motori di ricerca siano ambiti in continuo divenire non è certo una novità, e anzi non serve nemmeno un occhio troppo attento per accorgersi di quanto le SERP di Google negli anni cambino nel loro aspetto, continuando a includere nuovi elementi e risultati personalizzati, tra annunci di Google Ads, video di YouTube, domande correlate, snippet di siti quali Wikipedia, slideshow di prodotti e altro ancora.
Tuttavia, in questo ecosistema sempre più ricco di dettagli e diversità di contenuto, scrivere un articolo ottimizzato per la SEO, e impaginarlo con tutti i criteri del caso, è un’attività che ha ancora un ottimo potenziale di successo per aumentare la visibilità di un sito. Questo perché il blog è in ogni caso il migliore strumento per soddisfare un intento di ricerca di tipo informativo (e, si badi bene, per chi fa SEO distinguere gli intenti di ricerca è essenziale per impostare una strategia efficace).
Di seguito vogliamo dunque presentarvi quella che è l’impostazione base di un articolo, seguendo tutti i passaggi necessari per pubblicare un contenuto valido e che non presenti problemi di indicizzazione.
Scrivere un articolo SEO: da dove partire
Convenzionalmente, dovremmo dire che il punto di partenza per redigere un articolo di blog è la ricerca di una keyword, ma per fare realmente un buon lavoro bisogna partire prima di tutto dall’assimilazione di un concetto: la qualità del contenuto.
Content is king è infatti una delle massime più famose provenienti dagli sviluppatori di Google, e descrive alla perfezione quello che i motori di ricerca devono essere, ovvero una fonte di informazioni utili e originali. Se la vostra strategia è quindi tentare di copiare in qualche modo modelli vincenti senza un apporto personale, potreste riscontrare risultati inferiori alle aspettative.
La keyword e come utilizzarla
La ricerca della keyword è forse l’aspetto più sensibile di tutto il processo di scrittura e pubblicazione di un articolo, e qui è bene tornare alla sopracitata individuazione dell’intento di ricerca. Proprio perché abbiamo detto che il blog ha lo scopo di fornire informazioni, e non quindi presentare, quantomeno per via diretta, un prodotto o una soluzione offerta dalla propria attività, non si potrà utilizzare con efficacia una keyword “secca”, ma si dovrà piuttosto offrire risposte alle ricerche degli utenti in merito all’argomento di interesse.
Facciamo un esempio:
Questo tipo di ricerca ha un intento di tipo transazionale, volto quindi all’acquisto. La sua destinazione ideale è una landing page.
L’utente che effettua questa ricerca vuole invece ottenere delle risposte in merito al funzionamento del prodotto, e molto probabilmente le troverà in un articolo di blog.
Lasciando stare per un attimo il caso del sito che nasce proprio come portale di informazione/blogging, perché un rivenditore dovrebbe investire del tempo per realizzare una pagina non direttamente finalizzata alla vendita? Semplicemente perché è un’opportunità per competere con siti concorrenti che hanno un posizionamento superiore con le keyword di interesse primario, in quanto l’utente che effettua tale ricerca è comunque interessato all’iPhone, e atterrando su questo articolo di blog viene a conoscenza del vostro sito e può poi navigare la vostra offerta. Intercettare questo traffico secondario è molto utile per la visibilità del sito, e queste sessioni possono incrementare il ranking generale del sito, andando quindi ad aiutare anche quelle pagine considerate di primaria importanza.
Una volta trovata la keyword, questa deve essere inserita nel titolo con le logiche viste nell’esempio di cui sopra, ovvero formulando una domanda, e usata più volte all’interno del testo, sebbene sia sempre raccomandata la moderazione, onde evitare di incorrere in un comportamento chiamato keyword stuffing, che nella SEO moderna viene penalizzato in quanto attività di spam.
Ricordatevi inoltre di evidenziare la keyword in grassetto, così come tutte le parole e i concetti che ritenete fondamentali; anche qui, con senso della misura.
Suddividere il testo in paragrafi
La scrittura SEO vuole sì ingraziarsi gli algoritmi dei motori di ricerca, ma il destinatario del vostro articolo è, e deve essere, l’utenza prima di tutto, e gli algoritmi stessi sono sempre più portati a interpretare la qualità lato utente.
E in un’epoca in cui il lettore (umano) pecca sempre più di pigrizia, oltre ad avere magari interesse solo per una parte dell’argomento, ecco che la suddivisione dei paragrafi diviene essenziale per incrementare la qualità del contenuto, rendendo il testo esteticamente più appetibile di un blocco unico e offrendo oltretutto la possibilità di titolare i paragrafi con degli header che hanno una rilevanza primaria nell’ottimizzazione dell’articolo.
L’utente non sarà così scoraggiato dalla lunghezza del testo e potrà saltare direttamente a ciò che gli interessa; in caso contrario, è molto probabile che uscirà dal vostro sito per andare a rivolgersi altrove.
Il consiglio in più? Se si prevede di scrivere un articolo di una certa lunghezza potete pensare di inserire un indice dei contenuti con un plugin apposito, che creerà inoltre una rete di link interni alla pagina positiva per la SEO.
Espandere il contenuto
I copywriter sanno da sempre che 300 parole è lo standard minimo raccomandato in termini di lunghezza SEO friendly per scrivere un articolo o per i contenuti web in generale, ma in rete è facile, se non la vera e propria norma, trovare anche contenuti molto più lunghi. Questo perché è più probabile che gli articoli più lunghi vengano premiati dai motori di ricerca, in quanto maggiormente informativi.
Cercate allora di entrare in quest’ottica e non soffermarvi sulla singola risposta che intendete offrire all’utenza, anticipando magari quelle che potrebbero essere le domande immediatamente successive dei lettori oppure fornendo loro approfondimenti di cui non sapevano di avere bisogno.
Se gli argomenti correlati sono invece troppo ampi per essere condensati in una singola lettura, pensate di linkarli all’interno dell’articolo con degli appositi anchor text.
Costruire una rete di link
Questo perché la SEO vive anche, e soprattutto, di link. Un articolo di blog non dovrebbe essere mai pensato come un contenuto statico, ma piuttosto come una pagina che si inserisce all’interno del vostro progetto web andando a fare da tramite ad altre risorse, le quali possono essere ad esempio altri articoli di blog, pagine di prodotti/servizi, le pagine principali del sito o un form di contatti.
In particolar modo, si consiglia sempre una call to action finale al termine della lettura, in modo da invitare l’utente a proseguire la navigazione nel sito verso le aree di vostro interesse.
Inserire contenuti multimediali
Come abbiamo detto poc’anzi, la qualità di un contenuto su internet è determinata anche dalla sua ricchezza e completezza, così come dalla semplicità di accesso da parte degli utenti. Di conseguenza, inserire media quali foto e video contribuisce a migliorare l’esperienza dell’utente, che avrà più strumenti per documentarsi.
Un professionista potrebbe quindi pensare di sviluppare alcune tematiche e integrarle con delle video interviste, utili per presentare l’argomento in modo più esaustivo, ma anche con un maggiore livello di personalizzazione, in modo da incrementare l’originalità del contenuto.
Creare una strategia di SEO blogging può essere un’attività per cui l’utente inesperto potrebbe voler chiedere una consulenza. LU3G può consigliarvi le soluzioni per stilare piani editoriali ad hoc ed essere competitivi per i primi posti della SERP di Google.
Maggiori informazioni? Contattateci!